Formazione in giardino: quando il paesaggio diventa aula e dialogo

Sabato 14 giugno, il Giardino di Pojega si è trasformato in un luogo di confronto e visione, ospitando una mattinata formativa dedicata al turismo rurale e sostenibile.
Ad accogliere i partecipanti è stato il suggestivo tempietto neoclassico nel boschetto romantico, incorniciato dall’ombra armoniosa dei carpini che ne disegnano una naturale cupola verde: uno spazio unico, che per l’occasione si è fatto “aula” all’aperto, accogliente e ispirante.
Un luogo che dialoga con il territorio
L’iniziativa è stata promossa dal Giardino di Pojega, con il patrocinio del Comune di Negrar di Valpolicella e in collaborazione con SIMTUR – Società Italiana per la Mobilità e il Turismo Sostenibile, che accompagna territori, imprese e comunità nello sviluppo di modelli fondati su mobilità dolce, turismo responsabile e valorizzazione paesaggistica.
A dare il benvenuto è stata Elisa Micheletti, responsabile comunicazione e marketing del Giardino e dell’Azienda Agricola Guerrieri Rizzardi, portando anche i saluti del Conte Agostino Rizzardi, proprietario e custode del Giardino, e del team che con dedizione ne cura la promozione come luogo vivo e culturale.
L’incontro, a numero chiuso, ha coinvolto una selezione di operatori turistici della Valpolicella: guide turistiche, rappresentanti del CTG, gestori di B&B, proprietari di piccole strutture ricettive, oltre al vicesindaco Maurizio Corso e a Paolo Marcesini, presidente di Italia Circolare, piattaforma nazionale per la promozione dell’economia rigenerativa.

“Rurale” è relazione: una nuova cultura del territorio
A guidare l’incontro è stato Federico Massimo Ceschin, presidente nazionale di SIMTUR, figura di riferimento per le politiche legate ai cammini, alla sostenibilità e alla pianificazione territoriale. Al suo fianco, Daniela Cavallo, architetto, docente di Marketing Territoriale all’Università di Verona, membro SIMTUR e project leader dell’agenzia PG&W, già artefice del piano di valorizzazione del Giardino.
Il loro intervento ha ridefinito il concetto di “rurale” non come semplice sinonimo di campagna, ma come relazione dinamica tra cultura, comunità, agricoltura e paesaggio. Un sistema che, se ben gestito, può rigenerare identità locali e generare nuove impresa turistica caratterizzata da coesione territoriale, consapevolezza e sviluppo sostenibile.
Centrale il tema dell'AgriColtura, capace di tessere connessioni tra cibo, vino, mobilità dolce, accoglienza e sviluppo sostenibile. La Valpolicella è stata letta come esempio perfetto di paesaggio rurale attivo, dove il passato agricolo si intreccia con prospettive innovative.
I dati emersi dalla presentazione mostrano l’urgenza di cambiare sguardo: il turismo rurale non è un “turismo minore”, ma il terzo pilastro dell’offerta turistica nazionale.

Destinazioni Slow: un patto con l’Italia “minore”
Durante l’incontro, Ceschin ha citato il volume “Destinazioni Slow”, da lui curato per Movability Books, che raccoglie strategie per qualificare l’accoglienza nelle aree rurali mettendo in luce i dati sul turismo contemporaneo e le sue evoluzioni. Il testo pone al centro le atmosfere locali e l’importanza di modelli di ospitalità gentile e sostenibile.
Il libro propone un patto con l’Italia dell’entroterra, evidenziando come ogni “luogo di mezzo” possa diventare laboratorio di innovazione, connettendo le esigenze del vivere contemporaneo con le risorse culturali e ambientali locali. Nel modello SLOW proposto da SIMTUR, il turismo rurale è:
- Stagionale, in armonia con i cicli agricoli
- Identitario, legato a saperi e tradizioni
- Emozionante, come esperienza autentica e viva
- Gustoso, perché legato a cultura e qualità alimentare
Al termine del suo intervento, Ceschin ha donato una copia del volume al vicesindaco Corso e una al Giardino di Pojega, riconoscendone il ruolo attivo nella costruzione di questa nuova visione territoriale.

Paesaggio da vivere, patrimonio da condividere
La mattinata si è conclusa con una visita guidata al Giardino, recentemente restaurato e restituito alla comunità nel suo splendore settecentesco. Geometrie all’italiana, scorci prospettici e atmosfere romantiche hanno accompagnato i partecipanti verso la corte d’ingresso, dove li attendeva un brindisi con i vini dell’Azienda Agricola Guerrieri Rizzardi.

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