La mappa mostra come il Giardino, che si estende per 54.000 mq, sia articolato in più percorsi. Sulla sommità dello stradone di cipressi vi è il Belvedere; segue, poi il Tempio nel bosco, e infine il Teatro di Verzura e il Laghetto collegano le due estremità del viale centrale. Mentre il viale di Carpini costituisce il percorso inferiore.
Durante la ristrutturazione della Villa, si è aperto un collegamento, costituito dal ponticello che porta al Giardino privato della famiglia, ovvero il Giardino segreto, che non è nell’impianto originale, ma è di fine ‘800. Questa parte con giardinetto all’italiana, aiuole e parterre, è contraddistinto da un Ninfeo
Il Belvedere
Situato nel punto più alto del giardino, il Belvedere è una delle parti più importanti della composizione.
Una scala centrale in pietra si biforca ai lati e abbraccia un terrazzo di forma ottogonale, delimitata da una balaustra con colonnine in calcare.
Celebrazione del Belvedere è la virtù: ai lati della rampa di scale sono poste due statue, alla sinistra la Sapienza, alla destra l’Abbondanza. Al centro della torretta c’è una nicchia, al cui interno è posta la statua della Concordia.
Sulla balaustra si trovano sei statue di piccole dimensioni, che rappresentano la fertilità della terra, l’abbondanza e la vittoria.
Le allegorie della virtù del Belvedere sono probabilmente rappresentative della famiglia Rizzardi, che le mostra nel punto più scenografico del Giardino.


Il Tempietto
Accanto al Boschetto di querce e roveri – dove prende vita il giardino informale dell’incontaminato e dell’incolto – si trova il Tempietto, con la sua forma particolare di “rotonda a cielo aperto”.
Qui si rappresentano le contrapposizioni, i contrasti.
Le superfici esterne spoglie e disadorne contraddicono le ricche decorazioni interne di ciottoli di fiume, che segnano l’ordine architettonico classico delle nicchie.
Fuori l’aspetto dismesso di una rovina romantica, dentro il rigore della logica.
Le statue all’interno delle nicchie rafforzano tali contrasti: Ercole e Venere rappresentano l’istinto, la passione, Apollo e Diana la moderazione, il raziocinio.


Il Teatro di Verzura
All’incrocio dei due viali di cipressi, c’è l’ingresso del Teatro di Verzura, formato da siepi di bosso, cipressi e carpini e dove sono posizionate due statue, rappresentanti le due muse della tragedia, Melpomene e Talia. La struttura è quella classica: spazio scenico sopraelevato, in cui troviamo carpini e cipressi a forma di quinte rettilinee, e cavea semicircolare di bosso, nel cui fondale sono ricavati 9 palchetti contenenti statue di divinità.
Al centro è posizionato Giove, a destra un presunto Apollo, Cerere, una coppia di putti e Mercurio, a sinistra due putti scherzosi, Giunone, altri putti e un altro giovane.


Il Laghetto
Dopo il bosco e la piccola carpinata si arriva nella parte più geometrica e rigorosa del giardino: il Ninfeo che domina il Giardino segreto nelle vicinanze della Villa e il Laghetto circondati da muri di alloro.
Il Ninfeo – non presente sul disegno originale ma realizzato successivamente – ha tre settori: due piccoli archi laterali e una nicchia centrale di stalattiti che funge da cascata fittizia con una vasca in basso, al cui margine è sdraiata la statua di una divinità fluviale.
Il laghetto ovale circonda la composizione scultorea dell’Acqua, personificata da una ragazza con un’anfora tra le mani. Sotto di lei, un delfino ricorda il mare e i due putti il principio dell’amore.

