Un pomeriggio con Alessia Gazzola al Giardino di Pojega

Ci sono incontri che sembrano accadere nel momento perfetto, quando la natura e le parole si sfiorano con grazia. È quello che è successo durante la recente visita della scrittrice Alessia Gazzola al Giardino di Pojega, accompagnata da Agostino Rizzardi, che per l’occasione le ha fatto da guida personale tra sentieri, siepi e silenzi che parlano.
Una nuova avventura… dal titolo evocativo
L’incontro è avvenuto proprio nel giorno della cover reveal del suo prossimo romanzo, il nuovo episodio della saga di Miss Bee, intitolato – manco a farlo apposta – Il giardino avvelenato (in uscita a novembre per Longanesi).
In questa nuova avventura, la giovane Beatrice Bernabò, alias Miss Bee, reduce da un evento inatteso e imprevedibile che le ha stravolto la vita, si ritrova in una fase di passaggio, tra enigmi da sciogliere e sentimenti foschi da decifrare. Guai, delitti e misteri si affollano all’orizzonte, in un racconto in cui più che mai la protagonista dovrà fare affidamento sulla propria forza d’animo e sulla sua lucidità.
E chissà se il Giardino di Pojega, sebbene non avvelenato, ma certamente ricco di angoli suggestivi e misteriosi, con le sue architetture verdi, i silenzi teatrali e le statue enigmatiche, avrà acceso in Alessia qualche scintilla d’ispirazione.
Dalla medicina legale alla narrativa
Nota per i suoi personaggi femminili come L’Allieva, Costanza e Miss Bee, Alessia Gazzola è nata a Messina nel 1982, è laureata in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Medicina Legale. Da dieci anni vive a Verona, città a cui è molto legata.
Qui ha cresciuto le sue figlie, che oggi parlano con un affettuoso accento scaligero mescolato al siciliano, in un connubio linguistico che racconta perfettamente le radici e i nuovi inizi. E sempre a Verona ha arredato con cura la sua casa nel centro storico, un luogo che ama rinnovare spesso, cambiando la disposizione dei mobili come fossero scene in continuo movimento.
Il Giardino di Pojega, con le sue sculture mitologiche capaci di evocare nuove allegorie, e con la misteriosa grande lepre che ogni tanto fa capolino tra le fronde, ha offerto alla scrittrice un rifugio di bellezza e vibrazioni profonde.
Alessia è rimasta particolarmente colpita dal racconto di uno dei laboratori delle Giornate del Giardino Terapeutico, durante il quale alcune piante “suonavano” grazie a sensori che trasformano la loro attività bioelettrica in musica. Un’esperienza che rende ancora più evidente quanto questo giardino sia in grado di comunicare con chi sa ascoltare — e forse anche ispirare nuove storie.

Un aperitivo tra amici, con un tocco di mistero
Ad accompagnare Alessia c’erano anche Francesca Tamellini – già assessore al decoro urbano di Verona e oggi presidente della Commissione Pantheon – e Daniela Cavallo, profonda studiosa del Trezza, impegnata nel team che lavora al rilancio del Giardino e giornalista che aveva già avuto modo di intervistare la scrittrice, raccontandole proprio di questo luogo speciale.
La visita si è conclusa con un aperitivo nel cortile del Giardino. Agostino Rizzardi, perfetto anfitrione, ha riempito i calici con KEYA, il rosato Guerrieri Rizzardi prodotto sulle colline del Bardolino, personalizzandolo con un tocco di menta selvatica raccolta lungo il sentiero.
Ma non si è fermato lì: ha voluto sorprendere le sue ospiti anche con un secondo cocktail, preparato secondo una ricetta segreta, che – tra sorrisi e complicità – non ha voluto svelare.
Ci siamo lasciati con la promessa di una cena tra nuovi amici. E chissà, forse in quell’occasione il Conte Rizzardi si lascerà convincere a rivelare il suo mistero da barman.

La biblioteca del Giardino e tre dediche speciali
Prima dei saluti, Alessia ha visitato la piccola biblioteca del Giardino, uno spazio all’ombra dei carpini dove i visitatori possono scegliere un libro, stendersi su un plaid e leggere in pace. Tra i volumi disponibili ci sono anche tre suoi romanzi: Un tè a Chaverton House, Miss Bee – Il principe d’inverno e L’Allieva – Le ossa della principessa.
Alessia li ha firmati con una dedica speciale, rendendoli ancora più preziosi per chi li scoprirà nei prossimi giorni di apertura.
È stato un pomeriggio di racconti, brindisi e nuove connessioni. Un incontro che resterà tra le pagine del nostro Giardino.
